venerdì 19 settembre 2008

Repubblica Centroafricana - Bangui - luglio2008

Arrivare a Bangui la capitale e rimanere stupiti di quella strana città che dicevano essere la capitale , è stata la stessa cosa . Una città in cui stranamente non si vedevano case di altezza
superiore a quella delle tradizionali capanne africane tutte immerse nel verde più o meno organizzato , una strada asfaltata , con una quantità enorme di persone che camminava portando in mano , sulle spalle o in testa fardelli di tutti i tipi . Non era possibile percorrere quella strada ad una velocità superiore ai 40km/ora se si voleva evitare di fare uno sterminio di persone ed animali.
L'immagine comunque che maggiormente ci colpiva tutte le mattine erano questi carretti carichi di legna , e ne incontravamo non meno di una ventina tutte le mattine sul nostro percorso verso il cantiere.
Un vecchio missiopnario li ha definiti " La speranza per il futuro del Paese " , e giustificava il suo dire spiegando che quei ragazzi che arrivavano in città spingendo qui carrettini ,erano tutti studenti universitari o delle scuole superiori ,che ogni volta percorrevano quasi sempre di notte 30 . 40 km , per potersi pagare gli studi . e commentava : con una palestra del genere non possono venirne fuori che dei cittadini consapevoli e responsabili . Che dire del nostro cantiere ? il nostro compito era solo un compito

di sorveglianza affinchè il lavoro venisse fatto a regola d'arte ,e nel rispetto dei tempi previsti . La nostra meraviglia era che sotto la direzione del sig.Jachin , il capocantiere , ( nella foto in basso quello con grembiule cachì ) quel gruppo di lavoratori , potrebbero essere un modello per i nostri cantieri italiani . Ci dicevamo con Egidio quando alla sera lasciavano il lavoro : guarda che pulizia , ci si potrebbe giocare a biglie . Non rimaneva mai nulla che non fpsse conservato al suo posto . Quanto ai tempi siamo venuti via che la costruzione della scuola materna era arrivata al punto da essere pronta per accogliere il tetto . Il sig. Jachin sempre attento ai vari gruppi di lavoro che in alcuni momenti erano anche tre o quattro , ed altrettanto attento alle osservazioni che qualche volta ci permettavamo di fare , sempre pronto a ringraziare per avergli fatto notare le cose.


Arrivati alla fine della nostra permanenza , abbiamo voluto salutare i lavoratori tutti , erano circa una trentina, un piccolo rinfresco a base di ' Bignè ' di produzione locale e birra, il tutto molto gradito da tutti , sono poi seguiti i vari discorsi . di Egidio, prima di Bruno poi , e a seguire il sig. Jachin capocantiere ,il sig.Francois titolare della impresa, la suora Magascia che dirigerà la scuola. e per ultimo abbiamo invitato gli operai ad esprimere il loro pensiero ,sulla nostra presenza e sul lavoro ; ebbene alcuni di loro, e la cosa ci ha meravigliato assai, più che di preoccuparsi di loro stessi e delle loro necessità immediate, ci chiedevani di voler bene al loro padrone,di continuare a dare lavoro alui perchè così avrebbero potuto lavorare ancora per molto tempo.
Ultima cosa un ricordo che non si può dimenticare : una domenica mattina decidiamo di andare a messa alle 8,30 quindi ci avviamo verso la parrocchia un quarto d'ora prima , all'imbocco della stada che portava alla chiesa , abbiamo dovuto fermarci per non meno di 10 minuti ,perchè non si poteva passare tanto era il flusso di persone che uscivano dalla messa precedente .

E' Stato bello ! ! ! ciao a tutti bruno.